venerdì 23 maggio 2008

Reduce dal Solarexpo 2008 - 3

Sono stato contattato dalla Segreteria Organizzativa del Solarexpo, che ha fare un paio di (giuste) precisazioni relativamente al mio primo post sul Solarexpo.

  • La prima precisazione è che l'autobus navetta c'era. L'ufficio informazioni della stazione evidentemente non ne sapeva nulla, e la segnaletica un po' carente, ma in definitiva l'autobus navetta c'era.
  • il catalogo non costava 30 euro, ma 10. Io (ed alcune altri visitatori) siamo stati tratti in inganno da un cartello "30 euro" appiccicato sul punto informativo, ma che evidentemente era rimasto da qualche altra manifestazione... pecato non averlo saputo, perchè se 30 euro era un prezzo spropositato, 10 euro invece era un ottimo prezzo, e me lo sarei anche acquistato...
A Cesare quel che è di Cesare. Forse il mio primo post aveva toni un po' troppo sarcastici nei confronti dell'organizzazione. Di lavoro dietro ad una fiera del genere ce n'è tanto, ed anche se lo spazio per migliorare c'è sempre, è anche giusto riconoscere quando la gente lavora bene. Qualche limatura sull'organizzazione per la prossima edizione sarà da farsi (ad esempio: mettere cartelli più grandi per l'autobus navetta ed avvertire il personale dell'ufficio informazioni!), ma si tratta, tutto sommato, di limature...

martedì 20 maggio 2008

Reduce dal Solarexpo 2008 - 2

E passiamo a parlare di prodotti, che è l'aspetto più interessante...


Il prodotto che mi interessava di più vedere e toccare con mano era il sistema di fissaggio integrato Intersole della Ubbink Solar, che conoscevo finora solo in maniera “virtuale”...

Come ho già spiegato, l'ho trovato solo per caso vagando tra gli stand, perchè il catalogo della fiera non m'è stato certamente d'aiuto...

L'importante è però che alla fine l'ho trovato, e sono pure riuscito a parlare (in inglese..) con un loro “engineer” per chiarirmi alcuni dubbi.

Il primo dubbio era relativo al fatto che si potesse utilizzare anche con tetti in coppi, oltre che tegole... e questo me lo sono chiarito da solo. Si, si riesce ad utilizzare anche con tetti in coppi.

Il secondo dubbio era relativamente all'applicazione dello stesso su tetti in laterocemento, senza i traversini in legno per il fissaggio delle tegole... i pannelli del sistema Intersole sono infatti dotati di una sorta di “dente”, che va appoggiato su tali traversini. E la risposta che alla fine mi sono dato è: dipende.

Nel senso che:

  • è possibile indubbiamente applicarlo su un tetto in laterocemento: basta accorciare ogni pannello di circa 4-5 cm, in maniera da togliere tale dente di appoggio (trattandosi di pannelli in HDPE, anche se di spessore abbastanza rilevante, tagliarli no è un problema: si può fare con un normalissimo seghetto alternativo, probabilmente lavorando anche tre o quattro pannelli per volta)

  • resta qualche dubbio sul fissaggio dei pannelli. Questi andrebbero infatti fissati con delle viti passanti direttamente sui traversini in legno sottostanti, ma se i traversini non ci sono, è difficile farlo... si potrebbe pensare a dei fissaggi passanti, tipo il Fischer SXS, però il diametro minimo di tali fissaggi passanti è di 6 mm, mentre consigliano viti 4,5 x 60... inoltre anche la lunghezza del tassello non sarebbe sufficiente, visto che dovrebbe andare ad ancorarsi oltre al cappotto da 8 o 10 cm... oppure si potrebbe pensare a dei fissaggi non passanti, ovvero al classico tassello-elemento da fissare-vite, però con tutti i problemi conseguenti (l'elemento da fissare, in questo caso il pannello, va forato preventivamente... e quindi bisogna essere molto precisi nel posizionamento dei tasselli.) In pratica la procedura sarebbe:

  • fora il pannello a distanze prefissate

  • posa il panello

  • attraverso il pannello fai un primo foro passante nel laterocemento

  • rimuovi il pannello

  • allarga ogni foro portandolo a diametro 6

  • inserisci il tassello

  • posa nuovamente il pannello

  • inserisci tutte le viti

Il tutto, ovviamente, diventa ancora più macchinoso nella zona di sovrapposizione tra pannello e pannello, ove la vite passante va attraverso non uno, ma due pannelli...

- il problema successivo era relativamente alla resistenza al vento. Non dimentichiamoci che io vivo in una zona soggetta a Bora, con tutte le conseguenze del caso (una volta era uso posare sui testi in coppi dei sassi, in modo da frenare la caduta dei coppi smossi dal vento... io i sassi sul tetto non li ho, ma ad ogni primavera devo andare sul tetto a sistemare un paio di coppi smossi dal vento... ed effettivamente l'ipotesi che uno di questi coppi smossi prima o poi non si limiti a scivolare ma cada giù no è peregrina).
Sulle istruzioni di posa del sistema Intersole vi è solo un'affermazione sibillina: “The wind speed should not exceed 115 km per hour. (According to the Dutch regulations NEN 6702, this corresponds with a maximum height of 25 metres)”, che nella versione italiana diventa: “È consigliabile che la velocità del vento teso non sia superiore a 115 km/h.

Affermazione che però non mi torna, in quanto il sistema appare discretamente più “robusto”, ed in grado di affrontare venti ben più vigorosi...
Interpellato al proposito il loro “engineer”, questi mi ha confermato che il valore di 115 Km/h è da intendersi per venti appunto tesi, e che in realtà aumentando il numero di fissaggi è possibile effettivamente raffiche più vigorosi; e mi ha altresì invitato a mandargli uno schemino del progetto del mio impianto, per avere indicazioni precise da parte loro del numero, tipo e posizionamento dei fissaggi.

(2 - continua)

P.S.: la mia scalata alla classifica di Top100-solar procede inarrestabile: sono già all'88° posto!!!!

venerdì 16 maggio 2008

Reduce dal Solarexpo 2008 - 1

Ed eccomi qua, reduce da un tour de force di un giorno al Solarexpo 2008, con tutte le avventure conseguenti e connesse.

Ad esempio il viaggio in treno: treni nuovi, modernissimi, ma sporchi come ormai Trenitalia ci ha ampiamente abituato; dotati di nuove tecnologie, tutte mal utilizzate o in tilt (ho rinunciato a contare le porte automatiche dei vagoni con il cartello “non funzionante”; oppure potrei citare il fatto che ho viaggiato per un tratto su un locale e che, ad ogni stazione, una suadente vocina sintetica ci avvertiva che viaggiava con circa tre quarti d'ora di ritardo, e si scusava... peccato che il treno fosse perfettamente in orario. Probabilmente era sbagliato l'orologio del computerino che controllava quel sistema... oppure si trattava di una disfunzione spaziotemporale. Opterei per la prima...)

Un bel 6– dobbiamo darlo all'Ente Fiera di Verona. Ad esempio, l'autobus navetta gratuito che, ogni venti minuti, doveva collegare la stazione ferroviaria con la Fiera... beh, di questo fantomatico autobus non c'era traccia, nessuno ne sapeva niente, all'ufficio informazioni della stazione sono stati categorici: “Non c'è!”...

O, ad esempio, il fatto che in tutta la fiera non ci fossero punti informativi in cui cercare le coordinate dei vari espositori. O ti compravi il catalogo cartaceo (30 euro!!!), oppure dovevi arrangiarti... ed anche il catalogo non sempre era d'aiuto. Ad esempio, io cercavo la Ubbink Solar, che sul sito era elencata tra le aziende presenti ma NON tra gli espositori (quindi, evidentemente, doveva essere “ospite” di qualche altra azienda... cosa, peraltro, abbastanza frequente).

Ebbene, della Ubbink Solar, citata sul sito, non c'era traccia sul catalogo. Ed io avevo già rinunciato quando infine l'ho trovata per puro caso, passandoci davanti...

Bisogna invece ammettere che la “biglietteria via internet” ha funzionato: non solo ho risparmiato due euro, ma ho anche provato la sottile soddisfazione di superare le lunghe file alle casse, bypassare le file ai tornelli “normali”, ed entrare attraverso un tornello semideserto appositamente riservato...

Sono poi riuscito a capire perchè ogni volta, all'idea di andare in una qualche fiera (QUALSIASI fiera), mi prende un inestricabile groppo allo stomaco...

E non è solo per il conseguente tour de force, per il pranzo fatto con panini di plastica transgenica pagati a peso d'oro seduto su un gradino, per il caldo allucinante (perchè siamo in primavera: fossimo stati in inverno, sarebbe stato un freddo allucinante...)

No, il groppo allo stomaco dipendeva dall'inevitabile senso di fastidio che non si può non provare nell'atmosfera artificiosa ed artificiale di una fiera: un'atmosfera fatta di falsi sorrisi a 42 denti imposti per contratto, di uno spreco di risorse allucinante (avete mai fatto caso che alcuni degli stand di una fiera possono costare come un appartamentino?), di offerte commerciali spregiudicate e che sono smaccatamente delle fregature (evidentemente, i polli che ci cadono ci sono sempre...), di tristissimi cacciatori di gadget...

E visto che parliamo di cacciatori di gadget, passiamo alla parte “di colore”: il cacciatore di gadget è sempre esistito; e fino a che si tratta di ragazzini, ci possono anche stare. Vedere però un ultraquarantenne che si lancia con sguardo famelico su un portachiavi, intascando per strada con nonchalance una biro ed un pin, buttando il tutto nello shopper preso più in là (e nel quale ha già riposto altri 3 shopper, 5 biro, 6 portachiavi, 2 vasetti di caramelle ed un campione di tubo di rame isolato)... beh, è una visione veramente triste e deprimente. Ed ormai i cacciatori di gadget sembrano esser diventati legione, ed aver abbandonato qualsiasi dignità (ho visto uno rifare tre volte la fila di dieci minuti allo stand ove distribuivano una lampadina a risparmio energetico... ed ogni volta cambiando il cappellino, sperando di non farsi riconoscere. Ovviamente i cappellini li aveva fregati in qualche altro stand...)

La distribuzione di gadget, sinceramente, è un qualcosa che mi dà personalmente fastidio. Perchè devo accettare un oggetto inutile (un “mathom”, come lo chiamerebbe Tolkien), che finirà dimenticato in un cassetto solo perchè non ho il coraggio di gettarlo subito nell'immondizia? Perchè devo essere per forza complice di questo spreco?

C'è un unico gadget che ho preso ed apprezzato: un magnetino, a forma di inverter Fronius; carino ed utile, visto che l'ho già piazzato sulla lavagnetta magnetica in ufficio...


(1 - continua)

accordo ENEL-Sharp per la produzione di moduli

Ce lo racconta Repubblica:

Entro il 2011 impianti per dare energia rinnovabile a oltre 80 mila famiglie
Nel patto anche la nascita di uno stabilimento per produrre moduli ultra moderni

ROMA - Crescita delle fonti rinnovabili e aumento dell'occupazione vanno a braccetto. La conferma arriva da un importante accordo tra Enel e Sharp ufficializzato oggi a Roma. L'azienda energetica italiana e la multinazionale giapponese hanno siglato un'intesa che prevede due punti essenziali. Il primo è l'installazione entro il 2011 di nuovi campi fotovoltaici per un totale di 161 MW in grado di produrre l'energia di cui hanno bisogno oltre 81.500 famiglie.

Il secondo punto riguarda invece la realizzazione in Italia di un impianto industriale per la produzione integrata di pannelli fotovoltaici basati sulla tecnologia di Sharp, un avanguardistico film sottile a tripla giunzione. Rispetto ai moduli tradizionali in silicio cristallino si tratta di un procedimento che consente un minore utilizzo di silicio, con evidenti risparmi economici, garantendo però prestazioni di efficienza simili a quelle dei moduli tradizionali.

E fin qui poco da commentare...


I dettagli dei due progetti sono ancora tutti da definire, ma l'idea di massima è quella di distribuire i campi fotovoltaici sul territorio, senza concentrarli in una zona precisa,

Ma vah?!?! Beh, almeno hanno capito che il fotovoltaico va distribuito sul territorio... non c'è male (non dimentichiamoci che stiamo parlando di politici...)


mentre resta ancora da verificare dove far sorgere lo stabilimento di produzione dei pannelli. Al momento l'unica certezza al riguardo sembra essere la scelta di una località costiera, dove è possibile sfruttare i servizi portuali. "La produzione - ha sottolineato infatti Starace - non sarà esclusivamente destinata verso l'interno ma verrà indirizzata anche alla crescita del fotovoltaico negli altri paesi del Mediterraneo".

L'affermazione comica non potevano lasciarsela scappare.
Stiamo parlando di produzione di fotovoltaico a film sottile, non di un cementificio.
Il fotovoltaico a film sottile è un'industria che, tutto sommato, richiede poco movimento di merci: sia la materia prima che il prodotto finito, come quantità, è più vicina ai furgoni che non ai TIR. E pensare a limitare l'impatto di questo tipo di trasporti, quando abbiamo l'Italia attraversata da migliaia di TIR che trasportano istericamente acqua minerale e sabbia da un capo all'altro dello stivale...


giovedì 8 maggio 2008

Solarexpo 2008: un appuntamento da non perdere

A Verona, dal 15 al 17 maggio si terrà la fiera Solarexpo 2008, una imperdibile tre-giorni su solare termico e fotovoltaico, con centinaia di aziende rappresentate...
Io solitamente sono molto tiepido verso le fiere: ne ho fatte troppe "dall'altra parte della barricata" e quindi sono un po' disincantato... e non posso che provare un sottile senso di pena per quei poveri cristi che, dopo tre giorni di fiera, vi accolgono ancora con un sorriso imposto per contratto e circostanza, mentre sono stracotti e sconvolti, e vorrebbero solo buttarsi su una sedia a sdraio e chiudere gli occhi...
Tuttavia questa rappresenta un'occasione troppo ghiotta: sono in piena raccolta preventivi, e riuscire ad avere tutti i principali fornitori a portata in un colpo solo... la tentazione di andarci è proprio forte. Ad esempio ci sarà la Ubbink Solar (che produce il sistema di fissaggio integrato Intersole, che mi affascina ma che ho visto solo in fotografia), ci sarà la FVG Energy (che in questi giorni sembra aver monopolizzato la pubblicità su google Adwords... lì dove apri una pagina qualsiasi sul fotovoltaico, trovi la loro pubblicità... sono pronto a scommettere che la trovate anche qui, nel banner a destra), ci sarà la Boilernova (della quale mi hanno segnalato il sistema solare termico), ci sarà... beh, insomma, se volete la lista completa degli espositori andate a leggervela qui.
Per voi, che non vi fate cogliere dai pietismi verso gli espositori come invece capita a me, andarci è quasi d'obbligo.

venerdì 2 maggio 2008

ASPO-Italia: Quanto cresce il fotovoltaico

Sul Blog ASPO Italia è comparso un bel post:
ASPO-Italia: Quanto cresce il fotovoltaico

C'è chi definisce deludente la crescita del fotovoltaico in Italia: ed è obiettivamente difficile dargli torto.
Qui non è questione di vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: il problema è che il bicchiere va riempito, e fino all'orlo.

Con il vecchio Conto Energia sono, ad oggi 28 Aprile, entrati in esercizio 4381 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 71,273 MW (a fronte di 387 MW ammessi all’incentivazione), con il nuovo Conto Energia sono entrati in esercizio 5814 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 34,313 MW. Quindi, il vecchio regime ha ottenuto, in meno tempo del nuovo e con un minor numero di impianti installati, una maggiore potenza installata, con una potenza media di 16,27 kW contro i 5,90 kW del nuovo regime. Inoltre, l’obiettivo indicato dal nuovo Conto Energia di 3000 MW di potenza installata al 2016 non sarebbe raggiungibile, in quanto occorrerebbero circa 105 anni al ritmo attuale di installazione. Anche considerando la tendenza in corso di una maggiore velocità di crescita delle installazioni, è molto improbabile ottenere questo ambizioso obiettivo, perché bisognerebbe moltiplicare di molti ordini di grandezza la potenza installata annualmente.