lunedì 28 febbraio 2011

APPELLO PER SALVARE LE RINNOVABILI

Se in una scialuppa di salvataggio piena di naufraghi uno impazzisce e cerca di affondarla, gli si tira un cazzotto e lo si butta a mare.
Invece nel mondo del "politicamente corretto" si scrivono appelli, destinati a restare inascoltati.


Postare l'appello che gira in rete non costa niente, firmarlo e spedirlo costa poco; e quindi lo faccio.
Poi, se per caso si dovesse decidere di fare qualcosina di più drastico e buttare a mare tutta questa zavorra politica che fa solo danni, basta che mi facciate un fischio...



On. Presidente del Consiglio dei Ministri 
On. Ministro dello Sviluppo Economico 
On. Ministro dell'ambiente, della tutela della natura e del mare 
On. Ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali
In questi giorni, si decide la morte per decreto delle energie rinnovabili in Italia. Quindicimila famiglie rischiano di perdere in pochi mesi il posto di lavoro, un indotto che occupa altre 100.000 persone sarà colpito. E' un prezzo altissimo, in termini sociali ed economici, che verrà pagato da uno dei pochissimi settori produttivi non colpiti dalla crisi e da un numero importante di lavoratori e famiglie. E' quello che succederà se il Consiglio dei Ministri approverà il decreto sulle rinnovabili nella versione che circola in questi giorni all'interno del Parlamento e su cui si leggono anticipazioni di stampa. Dopo pochi mesi dalla (lungamente attesa) approvazione, nel mese di agosto dello scorso anno, della legge sul nuovo conto energia, lo scorso 31 gennaio la Commissione europea ha adottato, come noto, una raccomandazione in cui invita gli Stati membri ad incoraggiare le politiche di sviluppo delle fonti rinnovabili, scoraggiando esplicitamente strumenti normativi retroattivi, causa di incertezza sul mercato e di congelamento degli investimenti. 
A dispetto di queste premesse, nelle bozze del decreto legislativo rinnovabili leggiamo la previsione di introdurre retroattivamente un limite vincolante di 8.000 MW. Stop ai progetti autorizzati e in corso di autorizzazione. Stop a molti cantieri in corso. Un vero e proprio tetto al fotovoltaico, più di 6 volte inferiore a quello fissato dalla Germania. È questa la prospettiva che annienterebbe il settore fotovoltaico a partire dalla prossima settimana con l'eventuale approvazione in Consiglio dei Ministri. A farne immediatamente le spese saranno circa 150.000 lavoratori impiegati direttamente e indirettamente nel fotovoltaico. 
In queste condizioni un'industria nascente è condannata a morte prima ancora di essere diventata pienamente adulta. Se nell’arco di pochi giorni non si riuscirà a introdurre dei correttivi, il fotovoltaico rischia una Caporetto, con ripercussioni molto pesanti sia in termini occupazionali che di credibilità del sistema Paese. Mentre gli Stati Uniti di Obama, pur in presenza di un taglio delle spese pubbliche molto robusto, mantengono saldo il timone verso lo sviluppo delle rinnovabili, l’Italia rischia un nuovo tracollo dopo quello degli anni Ottanta. Siamo sbigottiti, è incomprensibile. Non è abbastanza promuovere l'ambiente e la salute di noi tutti, generare ricchezza e dare lavoro a oltre 15.000 addetti diretti e fino a 100.000 indiretti, offrire l'opportunità a oltre 160.000 famiglie di diventare indipendenti energeticamente? Quali interessi si vogliono davvero tutelare? Chi sono i poteri forti che stanno eliminando ad una ad una tutte le rinnovabili? Prima l'eolico, oggi il fotovoltaico. Che destino attende un paese che distrugge sistematicamente le proprie opportunità di sviluppo? Nonostante il parere positivo in sede di Commissioni Parlamentari (per cui lo schema di decreto attuativo della direttiva 2009/28 sull’energia da fonti rinnovabili si inserisce nel quadro della politica energetica europea volta a ridurre la dipendenza dalle fonti combustibili fossili e le emissioni di CO2) il dibattito in corso, specie per le notizie di stampa spesso espressione di interessi non necessariamente palesi e esplicati in sede politica e sociale, sembra preludere ad un intervento legislativo che andrà, si teme, in senso diametralmente opposto a quello, voluto dalla Commissione, di incoraggiamento delle politiche di sviluppo delle fonti rinnovabili. La realtà è diversa. A fronte di una crisi che non smette di mordere il tessuto produttivo, è vero che il settore delle rinnovabili si muove in netta controtendenza. Gli incentivi (che, ricordiamo, non gravano sul bilancio dello Stato ma nemmeno su quello delle famiglie, come invece si è letto in questi giorni) hanno creato un volano virtuoso che ha consentito al Paese di riavvicinarsi al gruppo dei paesi leader nel campo dell’innovazione e della capacità produttiva. Il fotovoltaico, in un contesto così difficile come quello che abbiamo visto delinearsi negli ultimi anni, rappresenta un settore in crescita occupazionale e di fatturato, oltre che un settore tecnologicamente in evoluzione. 
Confidiamo nell’equilibrio e nella saggezza del Governo e del Parlamento affinché si voglia intervenire per evitare che un altro tassello della nostra economia cada vittima di contrapposti interessi e di battaglie ideologiche. Confidiamo che saprete dare un futuro alle nostre famiglie e ai nostri figli che si trovano oggi incolpevoli nella precarietà e nell'incertezza." 

martedì 15 febbraio 2011

la notizia dell'anno

re-bloggo questo magistrale post di Ugo Bardi dal blog Nuove Tecnologie Energetiche



Non è questa la notizia dell’anno.

In questi giorni, chi avesse avuto la ventura di passare davanti a uno schermo televisivo acceso è sicuramente capitato di vedere un tizio grasso, barbuto e esagitato che urlava davanti a una linea di mutande colorate stese sullo sfondo.

Non so esattamente con chi ce l’avesse quel tale ma, apparentemente, la cosa è stata giudicata una notizia abbastanza importante da apparire in tv.

Bene – la notizia importante non è quella di un esagitato che urla circondato da mutande. La notizia è un’altra ed è apparsa lo stesso giorno su Reuters Nel 2010 sono stati installati 16 GW di impianti fotovoltaici. Un record assoluto nella storia; una quantità quasi raddoppiata rispetto al 2009.

Per dare un’idea della quantità di energia che questi impianti possono produrre, ammettiamo una media di 1400 ore di funzionamento. Raffrontiamole a una centrale nucleare che può avere 7500 ore, come conseguenza 5 GW di fotovoltaico corrispondono a circa 1 GW di nucleare. Il risultato è che questi impianti FV sono l’equivalente di 3 nuove centrali nucleari da 1 GW ciascuna.

Ragioniamoci un po’ sopra: quante nuove centrali nucleari sono state installate nel mondo nel 2010? Zero. Quanto ci vorrà prima che le quattro programmate centrali nucleari italiane entrino in servizio? Se va bene, 10 anni. Quanto fotovoltaico è stato installato in Italia nel 2010? Perlomeno 3 GW, probabilmente di più.
Anche solo mantenendo questo ritmo, in 10 anni, avremo installato l’equivalente produttivo di sei centrali nucleari.

Ma, a parte la polemica sul nucleare che è in corso nel nostro paese, la situazione è che nel mondo esiste oggi una potenza cumulativa installata di fotovoltaico di circa 40 GW. E’ ancora un valore piccolo: circa l’1% della potenza elettrica totale installata (4 TW). Ma, a questo ritmo, stiamo andando a grandi passi verso un mondo dove l’energia sarà principalmente rinnovabile. La grande rivoluzione energetica è partita. E’ questa la vera notizia.

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Ecco l’articolo originale da Reuters

Global solar power growth doubled in 2010: study
The world added about 16 gigawatts of new solar photovoltaic (PV) power in 2010, double the growth seen a year earlier, the European Photovoltaic Industry Association told Reuters on Monday.

| February 14, 2011 |



Global solar power growth doubled in 2010: study A general view of the new PS20 solar plant which was inaugurated last month at “Solucar” solar park in Sanlucar La Mayor, near Seville, October 7, 2009. REUTERS/Marcelo del Pozo Image:

LONDON (Reuters) – The world added about 16 gigawatts of new solar photovoltaic (PV) power in 2010, double the growth seen a year earlier, the European Photovoltaic Industry Association told Reuters on Monday.

Uncertainty about Italian figures made a precise figure difficult, after an end-of-year rush to qualify for a higher solar power price premium, called a feed-in tariff.

The global increase compared with 7.2 GW of new capacity in 2009, confounding a financial crisis and reflecting sharp falls in solar panel prices and generous subsidies, especially in Germany and Italy.

“Solar PV is continuing to develop in countries that put a feed-in tariff in place,” said EPIA economist Gaetan Masson.

The added capacity in 2010 brought cumulative, global solar PV power to nearly 40 GW, up 70 percent from nearly 23 GW in 2009.

Europe dominated new solar power installations last year, at about 13 gigawatts (GW), Masson estimated, with Germany and Italy accounting for nearly 7 GW and about 3 GW respectively.

Estimates for the other major European players included the Czech Republic (1.3 GW), France (0.5 GW), Spain (0.4), Belgium (0.25) and Greece (0.2).

Outside Europe, the biggest markets were Japan (about 1 GW), United States (0.8 GW) and China (0.4 GW).

Solar panel prices have halved since 2007, say analysts, at about $1.8 per watt at the end of 2010 compared with $3.7 three years earlier.

The fortunes of the solar market contrasted with wind, which last year shrank for the first time in two decades as a result of a difficult market for project finance as well as uncertain regulatory support.

Eugenio Benetazzo: il Signore dei Pannelli

Eugenio Benetazzo si presenta come il "primo e unico predicatore finanziario in Italia".
Effettivamente, ha un modo di affrontare (e spiegare) l'economia che definire controcorrente è riduttivo...
Tutti i suoi articoli, anche se vanno letti "cum grano salis" e spirito critico, sono comunque illuminanti, ed offrono spunti interessantissimi.
Quindi anche il suo ultimo articolo, dedicato specificatamente ai risvolti finanziari dell'investimento nel fotovoltaico, è degno di esser letto con attenzione.
Da non sottovalutare che Benetazzo parla in questo caso anche per esperienza personale: nel fotovoltaico lui c'ha creduto, e c'ha investito i SUOI soldi...

Da alcuni mesi ricevo settimanalmente centinaia di email di lettori e simpatizzanti che mi chiedono se l’investimento in infrastrutture fotovoltaiche sia realmente conveniente oppure rappresenti una moda passeggera o peggio ancora una bolla finanziaria simile alle dot com durante i primi anni duemila. Queste perplessità hanno iniziato ad emergere dopo che si è sparsa in rete la notizia che anch’io a livello imprenditoriale avevo investito nella realizzazione di un parco solare dalle dimensioni considerevoli in Puglia. Nello specifico la preoccupazione dominante che ho potuto constatare è legata alla sostenibilità delle tariffe incentivanti riconosciute per la produzione di energia da FER (fonti di energia rinnovabile) qualora il nostro Paese dovesse affrontare una crisi finanziaria e di credibilità istituzionale simile a quella greca o irlandese.

Già qui si evince molta confusione infatti la copertura finanziaria necessaria al sostegno degli incentivi per le fonti di energia rinnovabile attraverso l'erogazione dei famosi contributi Conto Energia è garantita da un prelievo tariffario obbligatorio (denominato A3) presente sulla bolletta di ogni utenza elettrica (pesa per il 4% in quelle domestiche e per il 6% in quelle industriali). Pertanto non è lo Stato con la fiscalità diffusa che sostiene i contributi al fotovoltaico quanto piuttosto tutti coloro che sono intestatari di un’utenza elettrica e ne pagano il relativo servizio di erogazione. Sino ad oggi gli italiani (generalmente parlando) sono stati molto scettici nell’investire in questo settore, pur considerando che il nostro Paese vanta il miglior irraggiamento solare nelle regioni meridionali di qualsiasi altro paese europeo.
La reticenza degli italiani è stata ampiamente battuta dall’intraprendenza e lungimiranza di una moltitudine di investitori esteri (soprattutto fondi di investimento) che hanno investito sul territorio italiano milioni e milioni di euro, cavalcando proprio la diffidenza italiana. Il fotovoltaico in Italia è forse uno dei pochi settori in cui ha ancora senso investire, non è un caso che il nostro Paese garantisca la migliore reddittività del mondo (tra il 15 ed il 18% su base annua). Persino nella mia regione in provincia di Rovigo è stato recentemente completato uno tra i più grandi impianti fotovoltaici a terra di tutta Europa: sorprende sapere che l’investimento di oltre 270 milioni di Euro è stato effettuato dalla First Reserve, notissima società di investimento statunitense.
Nella mia modesta dimensione imprenditoriale, se rapportata ai numeri di questi giganti del mondo finanziario, attraverso la holding di investimento che amministro sono riuscito a replicare la medesima architettura finanziaria della First Reserve ovvero investire in un sottostante non cartaceo che possa produrre flussi di cassa a prescindere dalle oscillazioni dei mercati finanziari. L’operazione che ad oggi rappresenta un vanto del microcapitalismo italiano, dimostra che anche il piccolo, se si organizza e si aggrega, può spuntare rendimenti finanziari non replicabili dai tradizionali prodotti del risparmio gestito. Rimango invece molto scettico sulla scelta di preferire il diritto di superfice all’acquisto del terreno su cui si è deciso di installare l’intera infrastruttura fotovoltaica.
Nello specifico la stragrande maggioranza di chi investe sul fotovoltaico usufruisce del diritto di superfice a 20 anni concesso dal proprietario del terreno: questa scelta potrebbe generare un dannoso effetto boomerang sulla redditività complessiva dell’operazione alla fine del periodo di concessione, infatti nessuno al momento può sapere se sarà oggettivamente conveniente smaltire i moduli fotovolatici oppure se converrà lasciarli continuare a produrre (variante economicamente possibile e conveniente solo per chi ha scelto di acquisire anche il terreno su cui è sito l’intero parco solare, cosa tra l'altro che io stesso ho preferito).
Per quanto riguarda il cosidetto “impatto ambientale” preferisco di gran lunga trovarmi a vivere di fianco ad un impianto fotovolatico piuttosto che avere come vicino di casa un sito per lo smaltimento dei rifiuti (leggasi termovalorizzatore) o una centrale termonucleare. I moduli fotovoltaici di ultima generazione a distanza di 30 anni subiranno forse un degrado di efficienza di appena il 25 %, pertanto quando il costo dell’energia elettrica sarà abbondamente salito (nel 2040 saremo oltre 9 miliardi di persone), a distanza di anni dalla fine del piano di incentivazione, chi si troverà ad avere un parco solare su terreno di proprietà potrà vantarsi di possedere una piccola miniera a cielo aperto.

venerdì 11 febbraio 2011

DIY Solar Power Guides

Vi segnalo il canale Youtube di DIYSolarPowerGuides.
Vi troverete alcuni video interessanti (purtroppo in inglese) per il fai-da-te fotovoltaico (e non solo...)
Consiglio di dare un'occhiata anche ai commenti, nei quali si trovano suggerimenti ed idee interessanti.



Esisteva anche un sito ( DIYSolarPowerGuides.com ) che però pare purtroppo morto...

(disclaimer: onde evitare di trovarmi sommerso di commenti del tipo "E' pericoloso", "E' illegale", "Non si accede al Conto Energia", ecc. ecc.
Ebbene, sappiate che cimentarsi con il fotovoltaico fai-da-te:

  • è potenzialmente pericoloso (mio papà mi ha insegnato che a toccare i fili si prende la scossa quando avevo quattro anni), 
  • non è conforme alle attuali normative (in base alle quali dovreste chiamare un elettricista abilitato anche per cambiare una presa della corrente), 
  • non si accede al conto energia... 
  • e forse anche si diventa ciechi.